10. Nuovi modelli di consumo
Lo sviluppo dell’economia circolare deve riguardare tanto il miglioramento dell’efficienza nelle produzioni, quanto il cambiamento dei modelli di consumo. È quindi necessario intervenire sulle tipologie e modalità di consumo e sui comportamenti dei consumatori, anche affrontando questioni generali come il concetto di benessere, i modelli culturali, l’etica. La modifica dei comportamenti e delle scelte personali è un tema molto difficile da affrontare, perché ha a che fare con una molteplicità di sensibilità, bisogni, esigenze e desideri, priorità, abitudini, luoghi di vita, storie personali. Tuttavia, non si può prescindere dalla necessità di fare acquisire maggiore consapevolezza alle persone per meglio comprendere le ricadute che una determinata scelta di acquisto o determinati comportamenti provocano sull’ambiente e sull’economia.
Pertanto, è necessario elaborare un “Piano nazionale di educazione e comunicazione ambientale”, declinato localmente che, partendo dalle scuole dell’obbligo fino ad arrivare alle famiglie, contribuisca a formare una generazione di cittadini critici, consapevoli e informati in grado di decidere consapevolmente e incidere con le loro scelte sui vari meccanismi economico-produttivi e sociali del paese.
I temi da affrontare devono riguardare sia comportamenti su questioni specifiche più o meno semplici come la raccolta differenziata, l’utilizzo di apparati e apparecchiature, l’attenzione agli sprechi (in particolare quelli alimentari), sia questioni culturali più complesse come:
- preferire la condivisione e il possesso piuttosto che la proprietà di alcuni beni,
- avere atteggiamenti responsabili ed informati nei consumi (sia quelli materiali che quelli immateriali),
- cercare di riparare i prodotti per quanto possibile invece che sostituirli.
Le famiglie possono giocare un ruolo importante se sono in grado di discriminare tra prodotti e servizi simili privilegiando, anche magari ad un costo leggermente più alto, prodotti di qualità migliore ovvero con un minore impatto sull’ambiente, rinunciando a soddisfare bisogni primari al prezzo più basso, anche eventualmente acquistando beni importati e/o prodotti rispetto ad una legislazione meno severa in tema ambientale e con una minore tutela del lavoro.
Naturalmente, per permettere che ciò avvenga, oltre ad un lavoro sull’educazione ambientale, è particolarmente utile svolgere una serie di azioni nel campo della comunicazione ambientale e normativo; tra queste si segnala la necessità di:
- combattere la pubblicità ingannevole,
- promuovere la conoscenza e l’uso dei marchi riconosciuti, sia per quanto riguarda gli aspetti ambientali che per quanto riguarda gli aspetti sociali. Di particolare utilità sono soprattutto i marchi di Tipo I (come l’Ecolabel europeo), che non richiede particolari competenze da parte dei consumatori,
- incentivare, anche fiscalmente, le attività di riparazione e quelle che mettono in condivisione prodotti e servizi.